Come gira bene la catena sinistra dell’Inter

Alberto Cantù
6 min readMar 3, 2021

Antonio Conte ha più di un motivo per godersi il momento. Tolti i primi mesi del 2019, la sua Inter non è mai stata convincente, oltre che vincente, come nel ciclo iniziato all’incirca con il 2–0 in campionato contro la Juve. Non è solo questione di risultati, ma di come le 6 vittorie in 7 partite dell’ultimo periodo sono maturate. La sensazione di fluidità che l’Inter aveva smarrito verso novembre 2019 non era mai realmente tornata fino alle ultime settimane, e a confermarlo è la comunicazione dello stesso Conte, che sembra soddisfatto dei suoi come forse non era mai stato da quando si è seduto sulla panchina dell’Inter. Non a caso, lunedì scorso l’allenatore nerazzurro ha pubblicato un video sul suo profilo Instagram, come aveva fatto dopo il derby, quando aveva postato l’uscita da dietro che aveva rotto il Twitter calcio.

Il video di Conte non rappresenta un esempio di costruzione dal basso, ma una situazione di attacco posizionale, con la difesa avversaria schierata con un blocco medio basso e l’azione offensiva che si sviluppa a partire dalla metacampo. Quest’azione ovviamente non mi è passata inosservata durante la partita — ci sono troppe cose belle per non notarla — ma è solo riguardandola che ho apprezzato a pieno i dettagli che probabilmente hanno fatto gongolare anche Conte.

https://www.instagram.com/antonioconte/?hl=it

L’azione parte da destra ma si sviluppa e si conclude sul lato sinistro del campo, ed è proprio lì che ci soffermeremo in questo pezzo. Una delle note più liete di questo periodo è proprio il rendimento della catena di sinistra formata da Bastoni, Perisic ed Eriksen, che hanno saputo ridare linfa al lato di campo storicamente più problematico. Se sul lato destro di destra si sono costruite le fortune dell’Inter contiana, quello sinistro ha funzionato molto più a intermittenza, e nei momenti più asfittici si è degradata fino a diventare un orpello in fase di costruzione e uno sbocco insufficiente quando c’era da approfittare degli spazi generati dal sovraccarico del lato destro. Dopo un infinito turnover d’interpreti, spesso inadeguati o comunque deficitari, finalmente Conte ha trovato gli uomini adatti ad oliare una catena che per troppo tempo era rimasta inceppata. Ultimamente Alessandro Bastoni, Ivan Perisic e Christian Eriksen hanno trovato un’affinità sensibilissima. Le rotazioni e le letture di questi tre giocatori permettono di manipolare lo schieramento difensivo e far arrivare palloni puliti alle due punte.

Come dicevamo, l’azione di Inter-Genoa postata da Conte si sviluppa proprio a partire dalla catena sinistra, quindi prima di arrivare a quel tiro di Lautaro facciamo un passo indietro e analizziamo altri due esempi arrivati in precedenza.

9.08 1T

Il Genoa si presenta a San Siro schierato a specchio, sperando di forzare l’Inter ad incartarsi in fasi prolungate di attacco posizionale. Il piano inizia a scricchiolare con il goal immediato di Lukaku, ma l’Inter dimostra di avere le soluzioni per scardinare il blocco basso degli avversari, a destra come a sinistra. Un segnale molto incoraggiante se consideriamo le difficoltà ataviche dell’inter nello smuovere difesa schierate, soprattutto quelle disposte con il 3–5–2.

Disclaimer: Va detto che il Genoa si è presentato con la testa al Derby della Lanterna e diversi titolari in panchina, ma la brillantezza con cui l’Inter ha attaccato domenica scorsa non è riducibile all’arrendevolezza dell’avversario.

Verso il 9’, Bastoni riceve sulla metacampo e la mezzala destra del Genoa Melengoni lo aggredisce alto. Di conseguenza, su Eriksen deve staccarsi il centrale di destra, Goldaniga, costretto ad abbandonare la linea a cinque, il cui esterno destro, Ghiglione, è tenuto largo e basso dalla posizione alta di Perisic. Torniamo ad Eriksen, che facendosi incontro a Bastoni porta fuori posizione Goldaniga. A questo punto, Bastoni può trovare facilmente Lautaro nello spazio liberato dall’uscita di Goldaniga. Lautaro si fa incontro per ricevere e in questo modo porta fuori anche Radovanovic, il centrale della difesa a 3 di Ballardini. Questa serie concatenate di uscite a vuoto fa sì che Lukaku resti 1vs1 contro Zapata, e se il tacco del Toro fosse uscito con i tempi giusto, il belga avrebbe potuto brutalizzare il suo marcatore come ormai è consuetudine in Serie A.

15.45 1T

Pochi minuti dopo si ripete la stessa dinamica. Bastoni che riceve, la mezzala che esce aggressiva su di lui e il centrale di destra che fa lo stesso su Eriksen, con l’esterno destro ancora una volta bloccato dalla posizione di Perisic. Questo triangolo manda nuovamente in cortocircuito l’aggressività della difesa del Genoa, che nel tentativo di annullare la palla corta per Eriksen si condanna a creare spazi per Lautaro. Questa volta la traccia è ancora più ovvia, non sul corpo di Lautaro ma in profondità, al punto che Eriksen fa segno a Bastoni di servire Lautaro con più di un istante di anticipo. L’azione sfuma senza creare pericoli, anche grazie al buon recupero della difesa del Genoa, ma è l’ennesimo segnale di come gli automatismi della catena sinistra funzionino alla perfezione, al punto che ciascuno dei tre giocatori può interpretare le posizioni dei compagni senza pregiudicare la fluidità dell’esecuzione. Questo aspetto ci porta finalmente all’azione postata da Conte.

34.45 1T

In questa situazione l’ordine degli addendi è diverso, ma il risultato non cambia. L’Inter esegue una delle rotazioni che Conte ha iniziato a proporre continuità dopo la pausa Covid, quella tra centrocampista, esterno e braccetto introdotta nella semifinale di Coppa Italia contro il Napoli. Questo movimento fa parte dell’identità della squadra da quasi un anno, ma lo si vedeva eseguito più spesso (e meglio) a destra. Qui sul lato sinistro è Eriksen ad abbassarsi a ricevere, con Bastoni che si alza largo a sinistra e Perisic che viene dentro al campo. Il triangolo è lo stesso, ma il Genoa lo difende in modo diverso. La mezzala di riferimento esce su Eriksen (nei panni di Bastoni), ma questa volta il centrale dx Goldaniga, anziché andare a prendere Perisic (nel ruolo di Eriksen) resta a coprire centralmente su Lautaro e Lukaku. L’uscita aggressiva è quella dell’esterno Ghiglione, molto passivo nelle altre due occasioni, che questa volta invece esce in modo quasi spregiudicato sul passaggio di Eriksen per Bastoni. Lo spazio da attaccare c’è ancora, ma questa volta è quello laterale alle spalle dell’esterno. Bastoni lo capisce al volo, con una prontezza che la dice lunga sul livello del suo gioco, e quindi chiama un uno-due al liberissimo Perisic. L’esecuzione è perfetta e costringe il centrale di destra del Genoa ad uscire su Bastoni. Per farlo crea una sacca di spazio centrale che permetterebbe a Bastoni di servire sia Lautaro che Lukaku. Bastoni va dal belga e da lì l’azione si sviluppa a suon di tocchi di prima fino al tiro fiacco di Lautaro, l’unica pecca di una serie di combinazioni stupenda.

Per chiudere il cerchio dobbiamo proseguire nell’esegesi dell’Instagram di Conte. Il video post Derby in realtà era un collage in cui metà del video era dedicato alla stupenda uscita da dietro contro il Barcellona. Non so quanto sia strategica la comunicazione di Conte, ma mi sembra abbastanza evidente che il suo messaggio in questo caso è che a) l’Inter di oggi raccoglie i frutti di una semina iniziata tempo fa b) che il progetto è sempre stato quello.

Effettivamente, al netto di qualche cambiamento tattico inevitabile nell’arco di un periodo così lungo (Conte ripete costantemente che all’inizio di questa stagione ha provato un approccio più aggressivo che non ha pagato i dividendi sperati) i punti di contatto tra quest’Inter e quella del primo 2019 sono parecchi, e oltre che tattici sono riconducibili al personale sceso in campo. In particolare, non mi sembra casuale che l’Inter abbia ritrovato brillantezza nel momento in cui Christian Eriksen si è preso il terzo posto a centrocampo. Seppur con funzioni e caratteristiche diverse, Eriksen ha portato una qualità che su quel lato del campo non si vedeva dai tempi in cui Sensi doveva ancora intraprendere la sua personale via crucis di infortuni, rientri e ricadute. Secondo me il danese sta ancora solo grattando il suo potenziale impatto all’interno di questa squadra, ma già ora la sua presenza, unita alla resurrezione di Perisic e al miglioramento stile “stonks” di Bastoni, permette all’Inter di essere finalmente pericolosa e autosufficiente anche a sinistra. Al netto di un possibile turnover, domani sera a Parma i 3 saranno chiamati ad un’altra importante, contro una squadra che verosimilmente attaccherà in transizione e difenderà bassa, cercando di sabotare quegli stessi meccanismi offensivi che hanno permesso all’Inter di scardinare la difesa del Genoa. Un ottimo test per capire se la catena di sinistra può continuare a girare come ha fatto ultimamente.

--

--